L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, attraverso la propria rappresentante Chiara Cardoletti, è stata ufficialmente designata quale Tedofora della Tregua Olimpica in occasione del segmento del percorso della fiamma da Roma il 7 dicembre 2025, nell’ambito delle attività preparatorie ai Giochi Olimpici Invernali.
La partecipazione dell’UNHCR a questo momento altamente simbolico è un riconoscimento dell’impegno dell’Agenzia nel promuovere, anche attraverso lo sport, i valori universali di pace, solidarietà e inclusione.
La cerimonia si svolge in un contesto particolarmente significativo, alla luce della recente adozione da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite della risoluzione sulla Tregua Olimpica per i Giochi di Milano-Cortina 2026. La Tregua Olimpica rappresenta un richiamo forte e attuale alla cooperazione internazionale e al dialogo. Sono infatti 120 i conflitti che infuriano senza sosta nel mondo e 117 milioni le persone costrette a fuggire dalle loro case in cerca di protezione.
“Portare la fiamma olimpica è un onore che accetto a nome di tutte le persone rifugiate, con la speranza che la luce che essa diffonde possa illuminare anche la strada della pace, della solidarietà, dell’accoglienza e della dignità per chi è stato costretto a fuggire da guerre e violenze” ha dichiarato Chiara Cardoletti.
Lo sport e le attività fisiche sono molto più di uno svago, sono strumenti fondamentali per superare le sfide legate alla fuga, in quanto forniscono un ambiente sicuro e solidale, nonché opportunità per migliorare la salute mentale e il benessere fisico, sviluppare la fiducia e le competenze e costruire la resilienza. Lo sport e, in particolare queste olimpiadi invernali, possono fare tanto per la pace e per sensibilizzare su conflitti e rifugiati.
“Per me, il fatto che l'UNHCR porti la torcia olimpica è un messaggio rivolto a tutte le persone in fuga: siete visibili, siete apprezzati e il vostro percorso è importante. Questa torcia è una luce per tutti noi.” Hadi Tiranvalipur, atleta olimpico rifugiato a Parigi 2024.
L'UNHCR e il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) hanno unito le forze per portare la prima squadra olimpica di rifugiati, composta da 10 atleti, ai Giochi Olimpici di Rio 2016, creando una grande visibilità presso il pubblico sportivo. Ai Giochi successivi, Tokyo 2020, altri 29 atleti hanno gareggiato come parte della Squadra olimpica dei rifugiati (EOR). Nel 2024, a Parigi, 36 atleti rifugiati provenienti da 11 Paesi diversi (Afghanistan, Camerun, Congo, Cuba, Eritrea, Etiopia, Iran, Siria, Sudan, Sud Sudan, Venezuela), ospitati da 15 Comitati Olimpici Nazionali, hanno gareggiato sotto la bandiera olimpica in 12 sport. Per la prima volta, alle Olimpiadi di Parigi 2024 hanno gareggiato due atleti rifugiati residenti in Italia.
Due para-atleti rifugiati hanno gareggiato alle Paralimpiadi di Rio 2016, la squadra è cresciuta a sei per Tokyo 2020 e a 10 a Parigi, nel 2024.
di Redazione
07/12/2025 - 11:58
L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, attraverso la propria rappresentante Chiara Cardoletti, è stata ufficialmente designata quale Tedofora della Tregua Olimpica in occasione del segmento del percorso della fiamma da Roma il 7 dicembre 2025, nell’ambito delle attività preparatorie ai Giochi Olimpici Invernali.
La partecipazione dell’UNHCR a questo momento altamente simbolico è un riconoscimento dell’impegno dell’Agenzia nel promuovere, anche attraverso lo sport, i valori universali di pace, solidarietà e inclusione.
La cerimonia si svolge in un contesto particolarmente significativo, alla luce della recente adozione da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite della risoluzione sulla Tregua Olimpica per i Giochi di Milano-Cortina 2026. La Tregua Olimpica rappresenta un richiamo forte e attuale alla cooperazione internazionale e al dialogo. Sono infatti 120 i conflitti che infuriano senza sosta nel mondo e 117 milioni le persone costrette a fuggire dalle loro case in cerca di protezione.
“Portare la fiamma olimpica è un onore che accetto a nome di tutte le persone rifugiate, con la speranza che la luce che essa diffonde possa illuminare anche la strada della pace, della solidarietà, dell’accoglienza e della dignità per chi è stato costretto a fuggire da guerre e violenze” ha dichiarato Chiara Cardoletti.
Lo sport e le attività fisiche sono molto più di uno svago, sono strumenti fondamentali per superare le sfide legate alla fuga, in quanto forniscono un ambiente sicuro e solidale, nonché opportunità per migliorare la salute mentale e il benessere fisico, sviluppare la fiducia e le competenze e costruire la resilienza. Lo sport e, in particolare queste olimpiadi invernali, possono fare tanto per la pace e per sensibilizzare su conflitti e rifugiati.
“Per me, il fatto che l'UNHCR porti la torcia olimpica è un messaggio rivolto a tutte le persone in fuga: siete visibili, siete apprezzati e il vostro percorso è importante. Questa torcia è una luce per tutti noi.” Hadi Tiranvalipur, atleta olimpico rifugiato a Parigi 2024.
L'UNHCR e il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) hanno unito le forze per portare la prima squadra olimpica di rifugiati, composta da 10 atleti, ai Giochi Olimpici di Rio 2016, creando una grande visibilità presso il pubblico sportivo. Ai Giochi successivi, Tokyo 2020, altri 29 atleti hanno gareggiato come parte della Squadra olimpica dei rifugiati (EOR). Nel 2024, a Parigi, 36 atleti rifugiati provenienti da 11 Paesi diversi (Afghanistan, Camerun, Congo, Cuba, Eritrea, Etiopia, Iran, Siria, Sudan, Sud Sudan, Venezuela), ospitati da 15 Comitati Olimpici Nazionali, hanno gareggiato sotto la bandiera olimpica in 12 sport. Per la prima volta, alle Olimpiadi di Parigi 2024 hanno gareggiato due atleti rifugiati residenti in Italia.
Due para-atleti rifugiati hanno gareggiato alle Paralimpiadi di Rio 2016, la squadra è cresciuta a sei per Tokyo 2020 e a 10 a Parigi, nel 2024.