Calcio
A MILANO - La Curva Nord medita azioni legali contro l'Inter dopo lo stop al rinnovo degli abbonamenti
14.07.2025 22:15 di Redazione Fonte: Sport Mediaset

Se non è scontro frontale, poco ci manca. La disputa tra l'Inter e gli ultrà della Curva Nord si arricchisce di un nuovo capitolo: quello dei rinnovi respinti. Il 10 luglio, all'apertura della campagna abbonamenti 25/26 dell'Inter, centinaia di elementi della frangia più calda della tifoseria si sono visti negare dalla società la richiesta di conferma del proprio posto al secondo anello verde: una stretta conseguenza dell'inchiesta "Doppia Curva", l'operazione portata avanti dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano, che ha messo in luce il giro di affari criminali della Nord e della Sud.

Ora questi stessi tifosi "respinti", sia nerazzurri che rossoneri, starebbero meditando di portare avanti una causa civile contro la propria squadra del cuore. Prima di arrivare a questo punto però ci sarà un ulteriore passaggio: gli ultrà "non graditi" chiederanno spiegazioni in viale della Liberazione riguardo ai criteri che hanno portato alla composizione di queste liste nere. L'accusa che la curva muove alla società nerazzurra è di aver incluso in queste black list anche incensurati privi di precedenti penali e mai sottoposti a Daspo. L'unica "colpa" di questi elementi sarebbe quella di essere legati al tifo organizzato da tempo: per alcuni si parla anche di 30/40 anni di militanza. 

I prossimi passi della Nord sono stati spiegati da Mirko Perlino, storico legale vicino ai membri del secondo anello verde del Meazza: "Nel giro di qualche giorno, dopo la richiesta di delucidazioni, partiranno le azioni civili per discriminazione e violazione del diritto di prelazione e chiederemo i danni. Anche perché nella black list sono stati inseriti incensurati, lontani anni luce da qualsiasi “azione di disturbo” e che da tanti anni hanno l’abbonamento".  

"A poche ore dalla chiusura della prelazione per gli abbonati, ci troviamo davanti a una situazione surreale: numerosi ragazzi dei gruppi di curva non riescono a rinnovare il proprio abbonamento. La motivazione? Nessuna". Lo scrivono in un comunicato i gruppi organizzati della Curva Nord dell'Inter dopo il mancato rinnovo a tanti tifosi del settore più caldo del tifo nerazzurro. "La stragrande maggioranza di loro è incensurata e completamente estranea a qualsiasi indagine. La loro unica colpa? Aver seguito la squadra ovunque, in casa e in trasferta, dedicando tempo, energie e sacrifici alla propria passione. Eppure, l'Inter si arroga il diritto di selezionare a proprio piacimento il pubblico, escludendo chi, per anni, ha dato voce, colore e anima alla squadra, anche nei momenti più difficili. A centinaia di persone viene impedito l'ingresso allo stadio, pur senza alcun daspo né una sola denuncia penale a loro carico. Una mossa inquietante, degna di un regime, che non può lasciarci indifferenti. Prendiamo atto di questa deriva e siamo pronti a reagire per vie legali, visto che la società continua a nascondersi dietro silenzi, scaricabarile e burocrazia. Siamo di fronte a un abuso senza precedenti, figlio di una strategia repressiva in atto ormai da mesi. Il Meazza si sta trasformando nella nuova frontiera della repressione: le curve milanesi sono diventate le cavie perfette per sperimentare un controllo cieco e sproporzionato. Un nuovo Alcatraz del calcio italiano. Uno stadio di polizia a tutti gli effetti. Quello a cui stiamo assistendo è spaventoso. E ci auguriamo che anche il resto del pubblico interista inizi ad aprire gli occhi".

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A MILANO - La Curva Nord medita azioni legali contro l'Inter dopo lo stop al rinnovo degli abbonamenti

di Napoli Magazine

14/07/2025 - 22:15

Se non è scontro frontale, poco ci manca. La disputa tra l'Inter e gli ultrà della Curva Nord si arricchisce di un nuovo capitolo: quello dei rinnovi respinti. Il 10 luglio, all'apertura della campagna abbonamenti 25/26 dell'Inter, centinaia di elementi della frangia più calda della tifoseria si sono visti negare dalla società la richiesta di conferma del proprio posto al secondo anello verde: una stretta conseguenza dell'inchiesta "Doppia Curva", l'operazione portata avanti dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano, che ha messo in luce il giro di affari criminali della Nord e della Sud.

Ora questi stessi tifosi "respinti", sia nerazzurri che rossoneri, starebbero meditando di portare avanti una causa civile contro la propria squadra del cuore. Prima di arrivare a questo punto però ci sarà un ulteriore passaggio: gli ultrà "non graditi" chiederanno spiegazioni in viale della Liberazione riguardo ai criteri che hanno portato alla composizione di queste liste nere. L'accusa che la curva muove alla società nerazzurra è di aver incluso in queste black list anche incensurati privi di precedenti penali e mai sottoposti a Daspo. L'unica "colpa" di questi elementi sarebbe quella di essere legati al tifo organizzato da tempo: per alcuni si parla anche di 30/40 anni di militanza. 

I prossimi passi della Nord sono stati spiegati da Mirko Perlino, storico legale vicino ai membri del secondo anello verde del Meazza: "Nel giro di qualche giorno, dopo la richiesta di delucidazioni, partiranno le azioni civili per discriminazione e violazione del diritto di prelazione e chiederemo i danni. Anche perché nella black list sono stati inseriti incensurati, lontani anni luce da qualsiasi “azione di disturbo” e che da tanti anni hanno l’abbonamento".  

"A poche ore dalla chiusura della prelazione per gli abbonati, ci troviamo davanti a una situazione surreale: numerosi ragazzi dei gruppi di curva non riescono a rinnovare il proprio abbonamento. La motivazione? Nessuna". Lo scrivono in un comunicato i gruppi organizzati della Curva Nord dell'Inter dopo il mancato rinnovo a tanti tifosi del settore più caldo del tifo nerazzurro. "La stragrande maggioranza di loro è incensurata e completamente estranea a qualsiasi indagine. La loro unica colpa? Aver seguito la squadra ovunque, in casa e in trasferta, dedicando tempo, energie e sacrifici alla propria passione. Eppure, l'Inter si arroga il diritto di selezionare a proprio piacimento il pubblico, escludendo chi, per anni, ha dato voce, colore e anima alla squadra, anche nei momenti più difficili. A centinaia di persone viene impedito l'ingresso allo stadio, pur senza alcun daspo né una sola denuncia penale a loro carico. Una mossa inquietante, degna di un regime, che non può lasciarci indifferenti. Prendiamo atto di questa deriva e siamo pronti a reagire per vie legali, visto che la società continua a nascondersi dietro silenzi, scaricabarile e burocrazia. Siamo di fronte a un abuso senza precedenti, figlio di una strategia repressiva in atto ormai da mesi. Il Meazza si sta trasformando nella nuova frontiera della repressione: le curve milanesi sono diventate le cavie perfette per sperimentare un controllo cieco e sproporzionato. Un nuovo Alcatraz del calcio italiano. Uno stadio di polizia a tutti gli effetti. Quello a cui stiamo assistendo è spaventoso. E ci auguriamo che anche il resto del pubblico interista inizi ad aprire gli occhi".

Fonte: Sport Mediaset